Mioma

Le patologie benigne del grembo materno (termine medico: utero) o le malattie che colpiscono questo organo femminile sono spesso molto variegate.

Queste patologie uterine comprendono, oltre all’endometriosi, anche un flusso mestruale abbondante, doloroso e irregolare, cisti, polipi, miomi, un prolasso uterino o l’infiammazione dell’utero.

Tutte queste malattie possono comportare notevoli limitazioni della qualità della vita. Fortunatamente, però, nella maggior parte dei casi possono essere curate con successo.

Patologie dell’utero

L’utero è un cosiddetto organo cavo che per la sua forma assomiglia a una pera capovolta. Al suo interno, il feto cresce durante la gravidanza. In quanto tale, l’utero è soggetto a numerose malattie, tra cui l’endometriosi è una delle patologie uterine più frequenti. Altri possibili quadri clinici sono:

  • miomi, noduli benigni di tessuto muscolare dell’utero. I miomi uterini sono i tumori benigni più comuni nelle donne. Non sono di per sé pericolosi, ma in alcuni casi causano disturbi fastidiosi e possono comportare gravi complicazioni.
  • Le cisti sono cavità in cui si accumula liquido. A volte possono essere ridotte di dimensioni grazie all’assunzione di medicamenti appropriati. Le cisti che si formano nell’utero causano solitamente disturbi alle pazienti quando aumentano notevolmente di dimensione oppure si rompono e provocano un sanguinamento. Le cisti possono essere asportate con un intervento chirurgico, che di solito viene eseguito in laparoscopia.
  • I polipi sono escrescenze che si formano nella mucosa uterina e compaiono soprattutto durante la menopausa. Essi vengono asportati tramite isteroscopia o raschiamento.
  • La muscolatura del pavimento pelvico sostiene l’utero. Se la muscolatura è troppo debole, l’utero scivola verso il basso fino a penetrare nella vagina. Di conseguenza, anche gli organi adiacenti come vescica, uretra e retto, perdono solitamente la loro posizione originaria. I lievi disturbi correlati a tale cedimento possono spesso essere corretti con l’apposita riabilitazione del pavimento pelvico; tuttavia, se i disturbi e il cedimento degli organi aumentano, nella maggior parte dei casi è opportuno eseguire un intervento chirurgico per ripristinare la normale posizione degli organi interni.
  • Quasi sempre l’infiammazione dell’utero è preceduta da un’infiammazione della vagina. L’infiammazione dell’utero viene generalmente trattata con la somministrazione di un antibiotico. Se il trattamento farmacologico non ha successo, i focolai di infiammazione possono essere rimossi con un piccolo intervento chirurgico. In caso di infiammazione grave può essere necessario asportare l’utero.

Sintomi

La maggior parte di questi miomi sono piccoli, non si sentono e vengono scoperti casualmente nel corso di un controllo di routine dal ginecologo. Pertanto molte donne non si rendono conto di avere un mioma, alcune ne hanno solo uno mentre altre ne hanno più di uno. I miomi causano più spesso disturbi nelle donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni. I sintomi più comuni comprendono:

  • flusso mestruale abbondante o prolungato
  • spotting
  • forti dolori mestruali simili a spasmi
  • dolori e sensazioni di pressione al basso ventre che richiedono accertamenti
  • una sensazione di pressione e di corpo estraneo nella parte inferiore dell’addome
  • gonfiore dell’addome (in caso di miomi di grandi dimensioni)
  • bisogno urgente di urinare (in caso di pressione del mioma sulla vescica adiacente)
  • disturbi durante i rapporti sessuali
  • pressione su altri organi, che può causare danni alla vescica, ai reni e al retto sotto forma di infiammazione della vescica, stipsi o mal di schiena
  • stanchezza e calo delle prestazioni a causa dell’anemia

Nella maggior parte delle pazienti, i sintomi descritti sopra compaiono prevalentemente nel periodo antecedente e durante il ciclo mestruale. Tuttavia, nel caso di miomi di grandi dimensioni, i sintomi possono persistere anche per un periodo prolungato.

Cause

I miomi sono stimolati dagli ormoni sessuali femminili (ovvero estrogeni e progesterone). Sotto la loro influenza i noduli cominciano a crescere. Per contro, i miomi non possono svilupparsi senza gli ormoni prodotti dalla donna stessa. Pertanto i miomi compaiono solo dopo la pubertà.

Dopo l’ultima mestruazione, la cosiddetta menopausa, i miomi normalmente non si ingrossano più, poiché i livelli ormonali diminuiscono nuovamente.

Inoltre, con ogni probabilità, anche fattori ereditari svolgono un ruolo nella formazione dei miomi. Così i miomi si sviluppano più spesso nelle donne le cui madri presentano anch’esse questa patologia. Si osserva inoltre che le donne fortemente in sovrappeso sviluppano più spesso miomi, ma non è chiaro se l’obesità stessa contribuisca alla loro formazione.

I miomi si formano invece più raramente nelle donne che hanno partorito più volte e in quelle che usano la pillola anticoncezionale già da alcuni anni.

Diagnosi

La diagnosi di un mioma viene formulata dallo specialista nell’ambito di una visita ginecologica. Questa include un esame mediante palpazione, nell’ambito del quale spesso vengono già scoperti miomi di grandi dimensioni. Anche l’ecografia può rivelarsi utile, soprattutto se si tratta di miomi più piccoli e difficili da rilevare alla palpazione. Questo esame viene effettuato di solito attraverso la vagina. In alcuni casi si può prescrivere anche una cosiddetta RMI (anche: risonanza magnetica per immagini o risonanza magnetica nucleare) per determinare l’esatta estensione e posizione e il rapporto del mioma con gli organi circostanti.

Inoltre può essere necessario eseguire un esame endoscopico dell’utero (isteroscopia (in caso di miomi che sono localizzati nella parte interna dell’utero). Se invece il mioma si trova all’esterno dell’utero, l’esplorazione strumentale degli organi interni dell’addome (la cosiddetta laparoscopia) può essere il mezzo di scelta.

Se i miomi premono sulle vie urinarie, il ginecologo può richiedere un’ecografia renale eventualmente in associazione a un cosiddetto pielogramma. Un pielogramma consente di visualizzare le vie urinarie con l’ausilio di mezzi di contrasto ai raggi X.

Infine il medico può richiedere un esame del sangue e una misurazione dei livelli ormonali della paziente.

Trattamenti

I miomi vengono trattati solo se provocano dolore, compromettono la fertilità e quindi la possibilità di avere figli o causano problemi durante la gravidanza. Pertanto, nella scelta del metodo terapeutico appropriato, occorre anche considerare se una donna desidera ancora avere un figlio. Inoltre la scelta delle terapie dipende dalla gravità dei disturbi nonché dalle dimensioni e dalla posizione del mioma.

Gli obiettivi del trattamento di un mioma sono la riduzione del flusso mestruale, l’attenuazione di eventuali dolori, crampi e sensazioni di pressione, la risoluzione dei problemi collegati allo svuotamento della vescica e alla digestione e il mantenimento o l’ottimizzazione della fertilità.

Il ginecologo ha a disposizione diverse opzioni terapeutiche:

  • trattamento ormonale con la pillola anticoncezionale per ridurre il flusso mestruale o somministrazione di preparati ormonali che inibiscono la produzione di estrogeni. L’obiettivo di questo metodo di trattamento è impedire ai miomi di crescere e, nel migliore dei casi, addirittura ridurli.
  • l’intervento chirurgico per la rimozione dei miomi o di tutto l’utero (la cosiddetta isterectomia) eseguito attraverso la vagina, tramite un’incisione addominale o in laparoscopia.
  • asportazione di un (piccolo) mioma (la cosiddetta enucleazione del mioma) e in caso di desiderio di avere un figlio. In questo caso, il medico cerca di rimuovere il mioma tramite un’incisione addominale o isolatamente attraverso la vagina. È inoltre possibile eseguire un’asportazione in laparoscopia praticando tre piccoli fori nella parete addominale prima che l’operatore rimuova il mioma con l’ausilio di un tubo lungo e sottile, il laparoscopio.
  • occlusione dei vasi sanguigni che irrorano il mioma (la cosiddetta embolizzazione transcatetere percutanea) allo scopo di ridurre le dimensioni dei miomi.
  • i cosiddetti ultrasuoni focalizzati: in questo caso il mioma viene riscaldato mediante onde ultrasoniche molto potenti e quindi distrutto. La paziente è distesa in posizione prona sopra una sorgente sonora che emette onde sonore ad alta frequenza, dirette esattamente verso il mioma.
  • trattamento farmacologico, ad esempio con antidolorifici.

Post-trattamento

Sia l’assunzione di antidolorifici sia la somministrazione del trattamento ormonale devono essere effettuate previo consulto e sotto la supervisione di un ginecologo.

Poiché le procedure chirurgiche summenzionate non provocano lesioni estese, di solito non devono essere adottati comportamenti particolari. Tuttavia si consiglia generalmente alle pazienti di riposare per un certo periodo di tempo e di astenersi dallo svolgere lavori manuali pesanti e un’attività fisica intensa nelle prime quattro settimane successive all’intervento.

In generale è consigliabile sottoporsi periodicamente a un controllo ginecologico per le pazienti con sospetto di miomi o con uno o più miomi già diagnosticati.

FAQ

Che tipo di miomi esistono?

I miomi sono tumori benigni che si sviluppano da cellule muscolari. A seconda del tipo di cellula muscolare interessata, la medicina distingue tra:

  • leiomioma che si sviluppa a partire da cellule muscolari lisce e si insedia negli organi interni (utero, reni, tratto gastrointestinale).
  • rabdomioma che si sviluppa a partire dal tessuto muscolare striato che si trova nella muscolatura scheletrica e nel cuore.
  • fibroleiomioma: anche in questo caso il nodulo si sviluppa a partire da cellule muscolari lisce, ma contiene anche porzioni di tessuto connettivo.

Come vengono differenziati i miomi?

I miomi sono costituiti da cellule muscolari e tessuto connettivo e si differenziano a seconda delle dimensioni, della forma e della posizione. La distinzione è effettuata a seconda della sede in cui si sono insediati nell’utero:

  • i miomi sottomucosi sono situati direttamente sotto la mucosa uterina
  • i miomi intramurali sono situati nella parete uterina
  • i miomi sottosierosi sono situati all’esterno dell’utero
  • il mioma cervicale è situato nella cervice uterina
  • il mioma infralegamentario è situato nel tessuto connettivo laterale dell’utero

I miomi possono degenerare e diventare un tumore maligno?

No – attualmente gli esperti ritengono che da un mioma non si possa sviluppare alcun tumore maligno (il cosiddetto «sarcoma»), ma un sarcoma si forma indipendentemente da un mioma. A differenza del mioma benigno, il sarcoma penetra nei tessuti circostanti. Inoltre, attraverso i vasi sanguigni e linfatici, le cellule tumorali possono penetrare nei tessuti più distanti, formando metastasi. Il trattamento del sarcoma dipende dallo stadio diagnosticato al momento della scoperta e differisce nettamente dalla terapia del mioma.

I miomi influiscono sulla gravidanza?

Sì, i miomi possono causare problemi durante la gravidanza. A causa dei livelli ormonali femminili fortemente alterati durante la gravidanza, i miomi possono aumentare notevolmente di dimensioni e accrescere considerevolmente il rischio di aborto spontaneo o parto prematuro per la donna. Inoltre i miomi possono rendere più difficoltoso lo sviluppo di una gravidanza, in quanto possono ostacolare l’annidamento dell’embrione nella cavità uterina (in latino: cavum uteri). Per ogni paziente il ginecologo decide se un mioma deve essere trattato in caso di desiderio di avere un figlio o di gravidanza e, in caso affermativo, in che modo.

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