Chirurgia oncologica

La chirurgia oncologica si occupa dell’esame, dell’asportazione o della riparazione dei tessuti tumorali e può essere utilizzata in diversi momenti nel corso del trattamento.

Campo di applicazione

Prevenzione

In caso di trattamento preventivo o profilattico, l’intervento chirurgico viene eseguito prima dell’insorgenza del tumore maligno.  In questo caso, il chirurgo oncologico asporta il tessuto non ancora cancerogeno, ma uno screening genetico indica un’anomalia genetica potenzialmente cancerogena (in alcuni casi di mutazione genetica può essere presa in considerazione una mastectomia profilattica e/o un’ovariectomia bilaterale).

Diagnosi

Gli interventi chirurgici possono essere utilizzati anche per formulare una diagnosi di cancro, per determinare lo stadio del tumore e per controllare l’estensione del tumore nell’organismo. Nella maggior parte dei casi si esegue una biopsia, ossia un prelievo di campioni di tessuto, che vengono poi esaminati al microscopio da un patologo.

Centri di oncologia

Da oltre dieci anni Swiss Oncology Network persegue un obiettivo fondamentale: offrire a ogni paziente oncologico un accesso privilegiato alle strategie terapeutiche più efficaci e più sicure per la propria malattia specifica.

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Interventi chirurgici

Ablazione del tumore

L’obiettivo principale della chirurgia oncologica è l’ablazione del tumore, cioè l’asportazione del tumore o del tessuto tumorale. L’operazione è tanto più efficace quanto più precoce è lo stadio in cui il tumore viene individuato e trattato, finché è ancora localizzato (si trova in un punto specifico (tumore primario) e non si è diffuso in altre parti del corpo (metastasi)). In questo tipo di intervento, il chirurgo asporta anche una piccola porzione di tessuto sano circostante il tumore, la cosiddetta «distanza di sicurezza», per assicurarsi che non rimangano cellule tumorali.

Per proteggere il più possibile i tessuti sani e garantire l’eliminazione di tutte le cellule tumorali, il chirurgo può eseguire una biopsia per individuare il linfonodo sentinella (il linfonodo che viene colpito per primo quando le cellule tumorali si diffondono attraverso la linfa). Se il linfonodo sentinella non contiene cellule tumorali, non è necessario praticare una dissezione linfonodale.

Dissezione linfonodale

In alcuni tumori può essere necessario rimuovere i linfonodi situati in prossimità del tumore. In questo caso si parla di dissezione linfonodale. I linfonodi prelevati vengono esaminati per verificare se contengono cellule tumorali che potrebbero causare la formazione di nuovi tumori o diffondersi in altre parti del corpo.

Riduzione del tumore

In alcuni casi non è possibile asportare l’intero tumore – allora viene effettuata una riduzione del tumore («citoriduzione chirurgica») che può aumentare l’efficacia di una terapia sistemica o una radioterapia adiuvante.

Attenuazione dei sintomi

La chirurgia palliativa aiuta ad alleviare i sintomi e quindi a migliorare la qualità di vita dei pazienti interessati (attenuazione del dolore, bypass di un organo ostruito, ecc.). L’obiettivo principale di tali interventi è spesso il controllo dei sintomi (e quindi il miglioramento della qualità della vita) anziché il trattamento della malattia.

Riduzione del rischio di recidiva

Per alcune forme tumorali il chirurgo può anche rimuovere altre strutture (ad esempio muscoli, nervi, linfonodi sani) che si trovano nelle vicinanze del tumore, oltre ad asportare il tumore insieme a parte del tessuto sano. Diversi studi e ricerche dimostrano che questa procedura (chirurgia radicale) riduce il rischio di ricomparsa del tumore o recidiva (ad esempio mastectomia radicale: asportazione di entrambe le mammelle, dei muscoli pettorali e dei linfonodi situati sotto il braccio).

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