La Regione - Da 30 anni un aiuto ai pazienti colpiti da afasia
Avere le parole pronte nella mente ma bloccate sulle labbra. È successo a Jessica: nel giro di ventiquattro ore ha avuto tre ictus e ha perso la capacità di parlare. «Capivo tutto, ma non riuscivo a esprimermi. Ero in grado di dire al massimo qualche parola e spesso dicevo sì ma in realtà volevo dire di no».
È una delle numerose persone che dopo l'ictus si è ritrovata a fare i conti con l'afasia, l'incapacità di esprimersi mediante la parola o la scrittura o di comprendere il significato delle parole dette o scritte da altri. Quando incontriamo Jessica è sorridente, riesce a esprimersi in maniera chiara, con un ritmo lento per riuscire a trovare le parole e a elaborare il discorso; ci racconta quando le è accaduto quattro anni fa, del suo percorso di recupero, tra difficoltà e determinazione e di come la sua vita sia cambiata. Era attiva professionalmente come imbianchina quando è stata colpita dall'ictus; ora non può più lavorare anche a causa di un'emiplegia, la paralisi che colpisce la sua parte destra del corpo, un disturbo che frequentemente compare insieme all'afasia dopo un ictus.
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